ALBERTO BATTAGLIASITO WEB PERSONALE
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CHIRURGIA SUPER-SPECIALISTICA

LA CHIRURGIA ORTOPEDICA “SUPERSPECIALISTICA” permette il MIGLIORAMENTO FUNZIONALE NEI DIFETTI OSTEOARTICOLARI acquisiti e congeniti (tipo piede piatto-cavo, alluce valgo, ginocchio varo-valgo ecc.) e nei cosiddetti ESITI POST-TRAUMA O POST-CHIRURGICI per evitare e/o limitare future invalidità dolorose (artrosi) con notevoli costi socio-famigliari futuri.

Studio “globale“ clinico-radiografico sotto carico pre-operatorio.
Prima di intraprendere un trattamento chirurgico alla caviglia od al piede è necessario studiare con attenzione il paziente in stazione eretta (“in carico”) e durante il cammino per verificare le disfunzioni dell’arto in toto!


 

Ho una solida esperienza nelle tecniche chirurgiche ortopediche “open”, mininvasive, artroscopiche oltre che nella chirurgia protesica dell’arto inferiore, con oltre 12 anni di PROTESICA DI CAVIGLIA.

 


Grave varismo del ginocchio bilaterale



Grave piede “pronato (piatto!)” con alluce valgo.



Piede cavo-varo grave con dita artiglio


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PIEDE PIATTO PRONATO

È molto diffuso. Non è solo “l’appiattimento” della pianta del piede, ma è la deviazione verso l’esterno del calcagno (valgo) spesso con alluce valgo associato, deficit funzionale nel passo e nella corsa, con progressiva invalidità dolorosa e piede rigido (concausa di dolori posturali alla colonna ed insorgenza di malattie metaboliche quali il diabete!).

Piede piatto + alluce valgo + calcagno valgo


 


Appiattimento volta, alluce valgo



Grave valgismo calcagno


 

 

 

Al Congresso Italiano della Società di Chirurgia del Piede e della Caviglia (Milano 2014), ho presentato la relazione su un “algoritmo” personale di scelte chirurgiche da seguire nel trattamento del piede piatto-pronato nelle varie età e forme anatomiche (vedi pubblicazioni).

 

Progressivo peggioramento nelle varie età!


 

È soprattutto l’esperienza clinica, aiutata anche da esami strumentali, che porta a decisioni di trattamento incruento o chirurgico.
ESISTE UN’ENORME VARIABILITA’ DI PIEDI PIATTI ED OGNI SINGOLO CASO VA VALUTATO CON ATTENZIONE!
Contemporaneamente si deve spesso correggere l’alluce valgo conseguenza dell’appianamento e pronazione del piede!

 

 

Accettare l’intervento chirurgico di correzione di un piede piatto-valgo “vero” infantile ancora non doloroso è sicuramente una decisione difficile da prendere soprattutto da parte dei genitori (considerando che i plantari hanno scarso effetto correttivo!). Fondamentalmente è un passo analogo al ricorso di presidi ortodontici od optometrici.
L’artrorisi seno-tarsica è un’ottima e consolidata tecnica chirurgica “correttiva” (Relazione Colorado, USA – 2009)

Artrorisi correttiva piede piatto infantile destro: recupero volta plantare al podoscopio


 

Correzione con associazione di varie tecniche


Più facile è accettare la chirurgia quando si ha un piede piatto “flessibile” funzionalmente doloroso anche se, talvolta, è tardi per utilizzare tecniche meno “invasive”, come l’osteotomia di calcagno anti-valgo, associata talvolta a tempi su tendini e legamenti.

 


Artrorisi correttiva piede piatto infantile destro: recupero volta plantare al podoscopio



Vari tempi chirurgici per “riallineare” il retropiede e l’avampiede


 

 

Di fronte a piedi piatto-pronati gravi e rigidi, la tecnica chirurgica si basa sulle artrodesi articolari, per “bloccare” le articolazioni ormai degenerate e disassiate in giusta posizione con recupero degli assi anatomici.

Correzione asse retropiede a sx


 

MAI arrivare a questi crolli!!!



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Piede piatto-rigido dx con alluce valgo: correzione con artrodesi retropiede e correzione alluce valgo: buono il recupero propulsivo



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CAVIGLIA

Il trattamento chirurgico della caviglia consiste, in analogia ad altre articolazioni, nelle tecniche infiltrative, nell’artroscopia, nelle artrotomie (atti chirurgici aperti), nelle artrodesi (blocchi articolari) e nella protesi articolare.

 

L’infiltrazione può essere utile in alcune fasi di sofferenza articolare infiammatoria (ac ialuronico, PRP).
Generalmente utilizzo l’artroscopia di caviglia per rimuovere corpi liberi articolari, eseguire “perforazioni” cartilaginee, “pulizia” di membrane ipertrofiche ecc…

Artroscopia caviglia: perforazioni-corpi liberi


 


Tecnica infiltrativa caviglia con ac ialuronico e PRP



Artroscopia caviglia: perforazioni-corpi liberi



Artroscopia caviglia: perforazioni-corpi liberi


 

 

 

Talvolta è necessario accedere chirurgicamente alla caviglia con tecniche tradizionalmente “aperte” per eseguire una “toilette” articolare o “blocco” (artrodesi) per grave artrosi e/o deformità. In questo caso si usano vari sistemi di sintesi metallica dedicati (Chiodo, viti, placche).

Artrodesi (“fusione chirurgica”) caviglia con vari tipi di sintesi metallica


 

Dal 2006 (vedi Relazione Congresso Italiano Società Piede e Caviglia Milano 2009) uso protesi di caviglia nelle gravi artrosi sia primitive che in esito a trauma.

 

 

Artrosi caviglia trattata con protesi e tecniche chirurgiche “accessorie” alluce + calcagno


Spesso ho associato interventi sottosegmentari (osteotomie di calcagno, artrodesi, correzione alluce valgo o rigido ecc) e/o sovrasegmentari (riallineamento tibiale ecc.) per permettere la maggior sopravvivenza possibile dell’impianto protesico (personalmente ho buoni risultati ormai a distanza di 11 anni).

 

Ho eseguito, quando necessario, anche revisioni chirurgiche a distanza della protesi con toilette articolare (ad es. per calcificazioni) e sostituzione di una o più componenti articolari con buon recupero successivo.

Artrosi caviglia trattata con protesi e tecniche chirurgiche “accessorie” alluce + calcagno


 

Artrodesi (“fusione chirurgica”) caviglia con vari tipi di sintesi metallica



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In conclusione, le patologie della caviglia spesso sono “invalidanti”. La scelta chirurgica non sempre è scontata e facile da decidere. La tecnica artroscopica è più “difficile” rispetto al ginocchio. La protesi di caviglia è sempre più utilizzata rispetto al passato anche in soggetti giovani: è necessario comunque essere chirurghi ortopedici “esperti” della chirurgia dell’arto inferiore in genere, non solo del piede!
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ALLUCE VALGO

Perché operare un “alluce valgo”?

Perché è una deformità dolorosa che altera la funzione di spinta del piede nel cammino.
Ma esiste un solo “tipo” di alluce valgo?
Assolutamente no!

 

Vari tipi di alluce valgo = varie tecniche chirurgiche!



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Spesso l’alluce valgo è associato ad altre deformità dell’avampiede da affrontare contemporaneamente.

 

Dita ad artiglio, sovraccarico plantare (metatarsalgia)



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L’alluce valgo può associarsi od essere conseguenza di altre deformità del piede e retropiede: spesso è necessario risolverle contemporaneamente per non incorrere in insuccessi!

 

Il piede piatto-pronato spesso è la “causa” di un alluce valgo! Il piede cavo rende più difficoltosa la correzione perché l’alluce è “impennato” dorsalmente.



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Quando intervenire?

Indispensabili per decidere l’intervento: l’esame clinico e radiografico pre-operatorio (sotto carico); valutare il grado di deformità, l’età e l’entità del fastidio.
Si interviene in accordo con il paziente, anche per prevenire futuri, inevitabili peggioramenti.

 

Come intervenire?

VIENE COMUNQUE UTILIZZATA L’ANESTESIA PERIFERICA LOCO-REGIONALE; LE FASI DI RECUPERO POST-OPERATORIO SONO SOVRAPPONIBILI IN TUTTE LE TECNICHE CHIRURGICHE.
È necessario “utilizzare” la tecnica giusta per il tipo di deformità e non viceversa! IN CHIRURGIA IL “TEMPO” RAPPRESENTA LA VARIABILE CHE STABILISCE LA VALIDITÀ DI UNA TECNICA.

 

Tecniche “open”

Le tecniche “open” si basano su un accesso chirurgico tradizionale (modesto per ampiezza) con osteotomie di correzione “triplanari” perché “a vista”, senza uso di radiazioni, senza sacrificio di legamenti e tendini (la correzione deve essere soprattutto scheletrica!) ed ottimi risultati funzionali anche a distanza di più di 20 anni.

 

Prima e dopo l’operazione tecniche “open”

Paziente 1 pre-operatorio



Paziente 1 post-operatorio a 23 anni dall’intervento



Paziente 2 pre-operatorio



Paziente 2 post-operatorio con tecnica originale



Paziente 3 post-operatorio a 3 anni dall’intervento



Paziente 3 post-operatorio a 3 anni dall’intervento senza alluce rigido!


 

 

 

Tecniche mininvasive

Le tecniche mininvasive offrono innegabili vantaggi estetici, necessitano di radiazioni con fluoroscopio (NO LASER!), permettono una correzione bidimensionale adatta paradossalmete più alle gravi deformità dell’avampiede dell’anziano. Possono comunque determinare anche importanti “insuccessi” con invalidità, vanno utilizzate con saggezza non avendo ancora risultati a distanza di anni consolidati.

Microbisturi


 

Immagini tecniche “mininvasive”

Operazione



Operazione



Paziente pre-operatorio



Paziente post-operatorio


 

Tecniche mininvasive “ibride”

Tecnica originale MIROS


Si utilizzano piccoli accessi cutanei ma si “stabilizzano” i segmenti scheletrici per evitare disassiamenti post -chirugici (tecnica personale).

 

 

In conclusione

Un alluce valgo è corretto bene non solo esteticamente ma quando “funziona” nel corso degli anni senza “esiti” invalidanti:
NEL TEMPO È MEGLIO UNA RECIDIVA DEL VALGISMO “FLESSIBILE” CHE UNA RIGIDITÀ OD UNA IPERCORREZIONE (VARISMO) DEL DITO!!! (vedi insuccessi).

 

Ho osservato gravi insuccessi (per fortuna di altra sede!) in chirurgia dell’alluce valgo, spesso in tecniche mininvasive mal applicate o per aver “ignorato” il piede piatto associato



INSUCCESSO



INSUCCESSO IN MIS



INSUCCESSO RIGIDO



INSUCCESSO RIGIDO



INSUCCESSO ALLUCE RIGIDO



INSUCCESSO ALLUCE RIGIDO



DISASTRO POST OPERATORIO



DISASTRO POST OPERATORIO



INSUCCESSO MININVASIVA



DOPO CORREZIONE



INSUCCESSO MININVASIVA



INSUCCESSO PIEDE PIATTO IGNORATO


 

CIÒ CHE CONTA È RISOLVERE CHIRURGICAMENTE NELLA STESSA SEDUTA ANCHE LE DEFORMITÀ ASSOCIATE (vedi il piede piatto-pronato) PER EVITARE PEGGIORAMENTI E RECIDIVE DELLA DEFORMITÀ!
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ALLUCE RIGIDO

È l’artrosi dell’articolazione dell’alluce. È una deformità talvolta simile all’alluce valgo ma il dito è meno deviato e sicuramente più “rigido” nella flessione dorsale (“hallux limitus”). Ciò crea dolore e zoppia con dolori anche alla caviglia ed ostacolo alla deambulazione ed alla corsa.

Aspetti tipici di alluce rigido-artrosico e soluzioni chirurgiche: osteotomie, artrodesi, protesi articolare


 

Utilizzo varie tecniche (osteotomie, protesi, artrodesi); la scelta va individualizzata secondo vari parametri (grado di deformità, richieste funzionali ecc.).
Consiglio di intervenire nelle fasi cliniche precoci per prevenire inevitabili peggioramenti anche in soggetti giovani “ad alta richiesta funzionale” (vedi video atleta velocista).

 

Aspetti tipici di alluce rigido-artrosico e soluzioni chirurgiche: osteotomie, artrodesi, protesi articolare



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Angela Tenorio, velocista ecuadoriana



Attestato di riconoscenza di Angela Tenorio


 

 

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METATARSALGIA

Tramontata l’idea di una “caduta dei metatarsi”, in realtà rappresenta uno squilibrio meccanico dell’avampiede, associata a varie deformità (alluce valgo, dita artiglio, piede cavo ecc).

 

Piede dx già operato mostra assenza di cheratosi , risoluzione metatarsalgia; a sinistra intervento analogo con osteotomie di riallineamento metatarsale (e delle dita) su un avampiede “rigido”



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Le soluzioni chirurgiche che adotto variano di fronte a deformità di vario tipo, più o meno rigide e non sempre limitate solo ai metatarsi (vedi piede cavo-varo!): generalmente consistono in osteotomie per ridistribuire armonicamente il carico sull’avampiede.

 

Osteotomie multiple in mininvasiva (senza viti) con riallineamento del dito: metatarsalgia su avampiede “flessibile”



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NEUROMA PLANTARE

Affezione piuttosto frequente dell’avampiede localizzata a 3^ spazio intermetatarsale che provoca dolori acuti che costringono il paziente ad evitare l’uso prolungato della calzatura.È una sindrome compressiva dei nervi e ganglio interdigitale: non va confusa con una borsite o metatarsalgia articolare!

Immagine chirurgica


 

Tessuto nervoso-gangliare rimosso


Quando necessario eseguo un accesso chirurgico dorsale che mi permette di denervare “totalmente” lo spazio intermetatarsale con risoluzione definitiva evitando future, fastidiose recidive!(I trattamenti infiltrativi, di lisi per via endoscopica e di alcolizzazione ecoguidata non sempre permettono risultati definitivi!)

 

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PIEDE CAVO-VARO

La chirurgia del piede cavo-varo va decisa al momento “giusto” in accordo con il paziente (pena una recidiva!) considerando che esistono forme critiche dolorose legate ad una deformità rigida nell’adulto, ma anche forme giovanili (quindi anche nell’atleta!) che possono creare “instabilità distorsive” nel cammino e nella corsa.

Piede cavo-varo


 

Caso bilaterale di gravo piede cavo con metatarsalgia operato con buon risultato prima dx e poi a sin: notare l’appianamento della volta, la scomparsa delle “cheratosi” plantari da sovraccarico e la correzione delle dita ad “artiglio”


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Utilizzo tecniche “modulari” in relazione ai quadri clinici, all’età, alle richieste funzionali sia sullo scheletro del retro-meso-avampiede (osteotomie, artrodesi) che a carico dei tessuti molli (tendini, legamenti).

 

Varismo in giovane atleta con instabilità dolorosa (cedimenti) nel cammino e nella corsa: buon riallineamento chirurgico con osteotomia di calcagno (vedi video)


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SINDROME HAGLUND CALCANEALE

È un’affezione dolorosa localizzata a livello della tuberosità posteriore del calcagno, frequente negli sportivi ma non solo.
Generalmente si manifesta con una tumefazione dolorosa che crea “conflitto” con la calzatura.
Quando falliscono i trattamenti incruenti, propongo l’intervento chirurgico mirato a “regolarizzare” il profilo del calcagno rimuovendo le calcificazioni intratendinee.
(Le tecniche mininvasive vanno utilizzate con grande prudenza avendo spesso dei limiti di approccio anatomico e rischi di complicazioni).

 

Tipico aspetto clinico, operatorio e radiografico di una “sindrome di Haglund” di interesse chirurgico



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TRAUMA

In traumatologia (domiciliare, della strada, sportiva ecc.) mi avvalgo di metodiche chirurgiche sempre più all’avanguardia per materiali e tecniche nell’ottica di risparmiare al paziente prolungati periodi di immobilizzazione dell’arto rendendo più precoce possibile il movimento e la funzione (osteosintesi “dedicate” interne ed esterne).
Nelle fratture tipiche dell’anziano (frattura di femore ecc), un tempo spesso fatali, esistono brillanti soluzioni chirurgiche di stabilizzazione delle fratture con percentuali di guarigione molto elevate rispetto al passato.

 

Grave frattura distale da impatto diretto da investimento stradale scomposta di gamba stabilizzata con placca e viti, consolidata brillantemente pur essendo una sede tipicamente “difficile” a rischio di pseudoartrosi (cioè mancata consolidazione ossea)



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Le foto cliniche dimostrano l’ottimo risultato in carico in assenza di deviazioni del retropiede e della gamba rispetto alla sana



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Frattura di polso, trattata chirurgicamente con metodiche ed osteosintesi cosidette MIS (mininvasive)



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Radiografia di frattura di gamba stabilizzata con chiodo endomidollare bloccato: il paziente potrà iniziare precocemente i movimenti di ginocchio e caviglia sia a “secco” che in piscina, riducendo i rischi di rigidità articolare, accelerando i processi di consolidazione ossea anche per un carico precoce.



Frattura di calcagno, trattata chirurgicamente con metodiche ed osteosintesi cosidette MIS (mininvasive)



Paziente anziana trattata chirurgicamente in epoche diverse per frattura collo femore (osteosintesi)



Frattura di calcagno, trattata chirurgicamente con metodiche ed osteosintesi cosidette MIS (mininvasive)



L’esito favorevole in associazione al riallineamento dell’asse anatomico della tibia è avvenuto grazie anche all’uso dei mezzi di sintesi metallici con metodica mini-invasiva “a scorrimento” sottocutaneo che non ha disturbato i processi biologici di riparazione dell’osso (quali ematoma e “callo osseo” successivo) testimoniato dalla piccola cicatrice sovramalleolare mediale.


 

 

Tecnica MIS ORIGINALE

(mininvasiva percutanea frattura gamba)

 

 

Frattura di gamba vicino all’articolazione con cicatrici pregresso intervento chirurgico (alto rischio complicazioni cutanee…); stabilizzazione con sistema metallico elastico percutaneo a “delta”



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Radiogrammi relativi alla frattura, sintesi e consolidazione ossea



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Ottimo recupero funzionale articolare con stabilità al carico!



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TERAPIA INFILTRATIVA

Talvolta nei tendini degenerati dolenti (achilleo ecc.) o nelle cisti ossee, infiltro con successo, i cosiddetti “fattori di crescita” (PRP – plasma arricchito di piastrine) ovvero derivati del sangue prelevato dal paziente che hanno una funzione rigenerativa e riparatrice del tessuto patologico (uso tale procedura raramente nell’artrosi perchè non sono ancora stati dimostrati reali vantaggi biologici).

Tecnica infiltrativa con PRP (“fattori ematici di crescita”) per patologia infiammatoria degenerativa (tendinosi) a carico dell’achilleo


 

Infiltro frequentemente farmaci “viscosi” di ultima generazione ( tipo ac. ialuronico ) che migliorano la sintomatologia dolorosa dell’artrosi a vari livelli (ginocchio, caviglia) ed anche nei tessuti molli periarticolari (borsiti spalla ecc.). Raramente infiltro farmaci cortisonici (ormai di uso più limitato sia nelle articolazioni che nei tessuti molli).
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GINOCCHIO

Ho esperienza trentennale in chirurgia artroscopica e, naturalmente quando necessario, “aperta” del ginocchio (vedi pubblicazioni ginocchio).

Immagine artroscopica menisco mediale


 

Immagine artroscopica di innesto LCA a 15 anni dal trapianto: ottima la tenuta


Ho avuto la possibilità di rivedere trapianti tendinei rotulei sostitutivi di LCA che ho innestato a 15 anni di distanza che hanno dimostrato la validità della tecnica nel tempo!

 

Di fronte a danni cartilaginei giovanili, ho utilizzato anche gel piastrinico in artroscopia con buon risultato a distanza di tempo dimostrato da un secondo esame artroscopico a distanza di un anno.

 

Lesione cartilaginea trattata con perforazioni e gel piastrinico: il controllo artroscopico a distanza di un anno mostra la “copertura” della lesione



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Ho un’ottima esperienza riguardo le patologie femoro-rotulee (vedi pubblicazioni) sia in artroscopia che in chirurgia aperta.

 

Lussazione “abituale” giovanile rotulea



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Ho ottima esperienza su lesioni tendinee (rotuleo e quadricipitale).

 

 

Sono sostenitore di trattamenti chirurgici precoci in disassiamenti in varo-valgo giovanile con osteotomie tibiali e femorali per prevenire gravi forme di artrosi.

 

Osteotomia “correttiva” anti-varo ginocchio dx con fissatore esterno



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Ovviamente di fronte al fallimento di terapie infiltrative, nelle artrosi gravi, ricorro all’impianto protesico.

 

Protesi totale ginocchio



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ANCA

PROTESI D’ANCA

Pur esistendo nuovi modelli e nuovi approcci chirurgici (peraltro non tutti adatti allo stesso paziente!), ottengo ottimi risultati a distanza di anni con impianti ormai molto affidabili senza uso di cemento acrilico, con “accoppiamenti” moderni di materiali (tipo ceramica, tantalio ecc.) che hanno durata eccellente!

 

Radiogramma di protesi non cementata impiantata con risultati funzionali brillanti



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